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Vai dal Barbieri: Grane all’orizzonte? il mercato del grano tra sfide climatiche e geopolitiche

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Durante una grigliata tra amici in un orto condiviso vicino alla mia città natale, Cesenatico, mi sono ritrovato al centro di una vivace discussione. Tecnici di campo, consulenti agricoli e coltivatori, ciascuno con la propria esperienza nel settore, si scambiavano opinioni e preoccupazioni sullo stato delle colture nella zona della Romagna. Il livello di dettaglio era sorprendente: si parlava di miglioramento genetico, sementi, previsioni del tempo, tecniche di crescita e cloni. Sembrava più una puntata di Star Trek che una conversazione tra semi-colleghi. Tuttavia, non ero affatto stupito. Come nell'industria del petrolio, anche il settore agricolo è spesso visto come un dinosauro fermo nel tempo. Ma questa percezione è lontana dalla realtà. I tecnici e i professionisti del settore agricolo hanno portato avanti un'evoluzione silenziosa, ma potente, trasformando una delle attività più antiche del mondo in un laboratorio d’innovazione. Grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, hanno migliorato la resa delle colture e garantito la sicurezza alimentare. Questo progresso non solo sostiene le economie, ma rafforza il nostro sistema alimentare, rendendoci meno vulnerabili alle sfide climatiche e alle fluttuazioni dei raccolti.

Dopo queste conversazioni, ho voluto studiare più a fondo le dinamiche del mercato del grano, sia per mettere a frutto le curiosità che avevo appreso ma anche per comprenderne i movimenti di prezzo repentini e il motivo del posizionamento corto dei fondi altrettanto aggressivo, derivato dai dati del CFTC, Il rapporto settimanale Commitment of Traders (COT) della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) fornisce un'analisi dettagliata delle posizioni aperte nei mercati dei futures e delle opzioni. Esso distingue tra posizioni Commerciali, utilizzate per copertura, Non Commerciali, detenute da speculatori istituzionali come hedge fund, e Non Reportabili, riferite ai piccoli trader.Il COT è uno strumento per valutare il sentiment del mercato e derivare le aspettative dei grandi player.

Il grano è uno dei contratti futures più antichi, risale addirittura al 1877, quando il Chicago Board of Trade (CBOT) ha introdotto il primo contratto standardizzato. Questo lo rende una delle serie storiche di futures più lunghe sui mercati finanziari. Il grano è il secondo cereale al mondo sia per superficie coltivata, sia per volume di produzione totale. I maggiori coltivatori a livello globale sono Cina, Unione Europea, India e Russia. Tuttavia, per comprendere appieno le oscillazioni aggressive dell’ultimo periodo, è necessario dare uno sguardo all’andamento globale dell’import/export, a quali sono i paesi protagonisti, all’andamento dei raccolti e all’impatto futuro degli eventi atmosferici.

La regina indiscussa dell’export, la Russia

A luglio, l'attenzione si concentra sull'area del Mar Nero, dove è in corso la raccolta del grano invernale. Questa regione è diventata il "granaio del pianeta", analogamente a come la Sicilia lo era per l'Impero Romano. Il player più significativo in quest'area è la Russia, il primo esportatore globale di grano. Il grano invernale rappresenta il 70% della produzione russa ed è coltivato principalmente in quattro distretti situati nella Russia europea: il distretto meridionale, quello centrale, quello del Volga e quello del Caucaso settentrionale. Il grano primaverile, che costituisce il restante 30%, viene piantato principalmente in Siberia, negli Urali e nel Volga.

Grazie a un raccolto record di 92 milioni di tonnellate nell'annata 2022/2023, e un altro di 91,5 milioni di tonnellate nel 2023/2024 (dati USDA), la Russia ha avuto una crescente importanza nel suo ruolo di esportatore di questa materia prima. Le esportazioni russe di grano hanno registrato una crescita superiore al 20% dal 2023 al 2024, anno in cui il loro valore monetario era già significativo, ammontando a circa 9,5 miliardi di dollari e rappresentando il 16% delle esportazioni globali di grano. Nel 2024 il volume delle esportazioni ha raggiunto circa 54 milioni di tonnellate che rappresentano quasi 1/3 delle esportazioni mondiali. Dato il ruolo di pivot per il grano globale, le recenti stime sul raccolto russo hanno sollevato significative preoccupazioni nel settore agricolo. Le principali agenzie di analisi, come IKAR e Sovecon, hanno rivisto al ribasso le loro previsioni, a causa delle condizioni meteorologiche avverse. In Russia continentale, le gelate invernali sono state seguite da periodi di caldo intenso e siccità, mentre in Mongolia le eccessive piogge hanno ritardato la semina. Le condizioni climatiche hanno iniziato a peggiorare già a marzo e hanno continuato a farlo in aprile e maggio, con una delle più significative siccità nella storia della parte meridionale della Russia e condizioni aride nel Volga e nella regione centrale. A inizio maggio, la regione di Rostov e le aree settentrionali hanno sperimentato gelate improvvise, con temperature notturne di 5-7 gradi sotto lo zero e temperature diurne sopra lo zero per diversi giorni. Questi eventi hanno limitato il potenziale di resa del raccolto, poiché le gelate possono rendere inerti gli organi riproduttivi delle piante, impedendo la formazione dei chicchi. Ora le piante stanno entrando nella fase di maturazione, ma l'inizio precoce della stagione e le previsioni di ulteriori ondate di caldo potrebbero ridurre ulteriormente il rendimento.


Il 31 maggio, il ministro dell'Agricoltura Patrushev ha annunciato che le esportazioni russe si sarebbero ridotte a 60 milioni di tonnellate nella stagione 2023-2024. Allo stesso tempo, il presidente Putin ha riferito che l'1% del raccolto è stato distrutto, mentre l'Unione dei Cereali russa ha stimato danni su 1,5 milioni di ettari di colture.
Nonostante alcune agenzie (come IKAR) abbiano rivisto al rialzo le stime sulla produzione russa nell'ultima settimana grazie a miglioramenti nelle condizioni meteorologiche e a notizie positive sulla risemina delle zone più colpite del Krasnodar, come affermato dalla ministra dell'Agricoltura Oksana Lut, il mercato del grano continua a essere caratterizzato da un'elevata incertezza, principalmente a causa dell'assenza di trader occidentali in Russia, che compromette la sicurezza e l'affidabilità dei dati di mercato. Inoltre, le previsioni del raccolto russo sono state riviste al ribasso da diverse agenzie. In particolare, Rusagrotrans e Argus Media hanno significativamente ridotto le loro stime, con Argus che prevede una produzione di 79,5 milioni di tonnellate, il livello più basso degli ultimi tre anni. Questa cifra è considerevolmente inferiore rispetto alle stime delle principali agenzie russe, accentuando ulteriormente l'incertezza sul mercato. Nessun altro paese sarebbe in grado di compensare la mancanza del grano russo, qualora la produzione si dovesse contrarre più del previsto.

Cosa succede nel resto del mondo per quanto riguarda l’export?

Un altro attore chiave nella stessa regione è l'Ucraina, che ha subito le stesse dinamiche meteorologiche negative, in particolare nell'area orientale, cuore pulsante della produzione agricola. A ciò si aggiunge l'impatto della guerra: le navi russe hanno bloccato i principali porti di Chornomorsk, Odessa e Yuzhny/Pivdennyi. Sebbene per un certo periodo sia stato concesso lo sblocco dei porti, la Russia si è ritirata da questo accordo nel luglio 2023.

Le esportazioni ucraine ne hanno fortemente risentito, poiché la maggior parte del grano ucraino veniva esportato via mare. Nel tempo, di conseguenza, i partner commerciali dell'Ucraina sono cambiati: attualmente, l'Unione Europea e l'Egitto sono i principali acquirenti, mentre in passato lo erano Indonesia, Bangladesh e Filippine. Le previsioni indicano esportazioni di soli 13 milioni di tonnellate rispetto alle circa 17 milioni di tonnellate dell'anno precedente, il livello più basso del decennio. L'Ucraina era il sesto esportatore di grano al mondo.

Anche la Cina è stata duramente colpita da eventi climatici estremi, con conseguenze significative per il settore agricolo. Un mese fa, il paese ha affrontato una grave siccità, che ha messo a dura prova le colture e le risorse idriche. Più di recente, è stata investita da devastanti alluvioni causate dal tifone Doksuri, che ha colpito diverse regioni nella zona settentrionale. Alla luce degli eventi recenti e del loro impatto sulle colture, uno dei principali paesi produttori si trova di fronte a un vero e proprio rischio di approvvigionamento di derrate alimentari. Come riportato da diversi articoli sul Financial Times, un raccolto scarso arriva in un momento in cui la domanda è in aumento. Un eventuale ingresso aggressivo della Cina nel mercato potrebbe avere un impatto significativo sugli equilibri esistenti, causando un forte aumento dei prezzi e portando a una sorta di razionamento delle esportazioni.

Anche la produzione dell'Unione Europea è prevista in calo, con riduzioni significative dovute all'eccessiva umidità in Francia. Le previsioni indicano una diminuzione della raccolta di grano nell'UE, principalmente a causa delle rese inferiori attese in Francia, dove le valutazioni sulle condizioni del raccolto sono le più basse degli ultimi 4 anni a causa delle continue piogge abbondanti. L'uso per mangimi e residui nell'UE è stato rivisto al ribasso, a causa dei raccolti più ridotti e dei prezzi più elevati, elementi che dovrebbero rendere il grano meno competitivo nei ranci di alimentazione. Anche l'uso per mangimi e residui in Russia e Ucraina è stato ridotto, in linea con una produzione minore.

Dati relativamente positivi invece provengono dal Nord America, dove, per il periodo di commercializzazione 2024/25, la produzione di grano negli Stati Uniti è prevista a 1.875 milioni di bushel, in aumento del 3% rispetto all'anno precedente. Questo incremento è guidato principalmente dalla crescita della produzione di grano invernale, che raggiunge 1.295 milioni di bushel, trainata soprattutto dalla maggiore produzione di grano invernale rosso duro (HRW). Nonostante alcune contrazioni nella produzione di grano invernale rosso tenero (SRW) e bianco, l'area coltivata per il grano invernale rimane stabile a 25,2 milioni di acri, segnando un modesto aumento del 2% rispetto all'anno precedente. Le condizioni delle colture sono migliorate rispetto all’anno scorso e lo si nota da migliori yield e un miglior rapporto piante vs raccolti.

Uno sguardo sulle politiche di import

Anche lato import ci sono diverse novità. Un funzionario del governo indiano ha dichiarato che il paese ha imposto limiti alle scorte di grano che i commercianti possono detenere (e potrebbe abolire o ridurre la tassa di importazione sul grano che si attesta sul 40%), per via di anni di raccolti deboli, nonché per il costante aumento della domanda interna e la generale volontà di calmierare spike di prezzo aggressive sui beni di prima necessità. Questo potrebbe aumentare potenzialmente la domanda dell'India sull'offerta globale di grano.

La Turchia ha introdotto un divieto sulle importazioni di grano che sarà in vigore dal 21 giugno fino a metà ottobre di quest'anno. Questa misura mira a proteggere gli agricoltori turchi dal calo dei prezzi e da altri effetti negativi che potrebbero verificarsi durante la nuova stagione di raccolto. Nel caso di uno shock, uno dei paesi più impattati sarebbe sicuramente l’Egitto, il quale importa più dell’80% del grano da Russia e Ucraina. Nel paese, inoltre, è da poco aumentato anche il prezzo del pane sovvenzionato quasi del 300% a partire da giugno. È il primo aumento in oltre 30 anni.

Conclusione

La situazione permane fortemente incerta su questo mercato: nonostante gli ultimi dati rimangano confortanti e già su alcuni contratti agricoli ci sia stato un abbassamento del prezzo repentino (come quello del mais), sul grano rimangono alcune ombre. Ci aspettano settimane cruciali per la maturazione del grano invernale dell’emisfero settentrionale, poi toccherà alle colture di quello meridionale. Ci aspettiamo che ogni news verrà trattata coi guanti, data la sensibilità dell’argomento.

Ma concludo con una curiosità: in questo momento stiamo passando da El Niño ad un rafforzamento de La Niña. El Niño è caratterizzato dal riscaldamento anomalo delle acque superficiali del Pacifico equatoriale centrale e orientale. Questo fenomeno provoca cambiamenti nelle correnti atmosferiche e nelle condizioni meteorologiche globali. Durante El Niño, molte regioni del mondo sperimentano condizioni climatiche estreme come siccità, inondazioni e temperature anomale. La Niña, invece, è caratterizzata dal raffreddamento delle acque superficiali del Pacifico equatoriale centrale e orientale. Questo fenomeno ha effetti opposti rispetto a El Niño, con conseguenze diverse sulle condizioni meteorologiche globali. El Niño e La Niña sono fenomeni climatici opposti che fanno parte del ciclo climatico noto come ENSO (El Niño-Southern Oscillation). Questi eventi hanno un impatto significativo sulle colture globali, influenzando la temperatura e le precipitazioni in diverse parti del mondo. Storicamente il passaggio che sta avvenendo, cioè da Niño a Niña, è considerato più rialzista sui prezzi dei cereali rispetto ad altre fasi.

"Le stime sui raccolti di grano russo evidenziano preoccupazioni per la sicurezza alimentare globale tra sfide climatiche e geopolitiche."

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