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Vai dal Barbieri: Platinum Group Metals e il reale valore nella sfida della decarbonizzazione

Materie prime Business Energy & Utilities
Banner editoriale con il titolo Vai dal Barbieri, scritto in bianco e verde su un’etichetta turchese. Al centro, un ritratto in bianco e nero di Alessandro Barbieri, vestito in abito e cravatta, incorniciato in un cerchio bianco. Sullo sfondo, un sito di estrazione mineraria con macchinari pesanti e cumuli di materiale, in un'atmosfera scura con toni blu e grigi. Sotto il titolo, in lettere bianche, la descrizione The Editorial by Alessandro Barbieri.

Nel panorama attuale, caratterizzato da una crescente attenzione verso la decarbonizzazione, i Metalli del Gruppo del Platino (PGM) rivestono un ruolo cruciale grazie alle loro caratteristiche uniche come durabilità, resistenza alle alte temperature e proprietà di filtraggio. Anche se platino e palladio sono spesso menzionati nei resoconti finanziari, il gruppo dei PGM include sei elementi: platino, palladio, rutenio, rodio, iridio e osmio. Ognuno di questi metalli ha proprietà specifiche che li rendono indispensabili per svariate applicazioni industriali altamente specializzate.

Le applicazioni industriali e l’importanza dei PGM

Il rutenio, ad esempio, trova impiego nella produzione di resistori e contatti elettrici, oltre che nei processi elettrochimici per la produzione di cloro, ammoniaca e acido acetico. Il rodio, uno dei metalli più costosi e rari (con un prezzo circa doppio rispetto all'oro), è utilizzato in applicazioni che richiedono una resistenza al calore estremamente elevata, come crogioli, termocoppie e il rivestimento di fibre ottiche e specchi ottici. L'iridio, con un prezzo simile al rodio, e il settimo punto di fusione più alto tra tutti i metalli, è un componente essenziale nei motori a reazione, nei propulsori spaziali e in altri componenti che devono resistere a temperature e pressioni estreme. L'osmio, invece, è impiegato nella produzione di leghe molto dure per strumenti di precisione e contatti elettrici.

Tra i PGM, palladio e platino sono particolarmente rilevanti nel settore automobilistico. Il palladio è cruciale nei convertitori catalitici dei motori a benzina, ed è essenziale per ridurre le emissioni di gas nocivi. In elettronica, la sua eccellente conducibilità e resistenza alla corrosione lo rendono ideale per contatti elettrici, saldature e componenti come condensatori e connettori. Nella gioielleria, viene usato per creare leghe durevoli e lucenti come l'oro bianco. Il platino, invece, è utilizzato nei convertitori catalitici dei motori diesel, grazie alla sua alta conducibilità e resistenza all'ossidazione. Inoltre, è ampiamente impiegato in strumenti chirurgici e dispositivi medici, come i pacemaker, grazie alla sua biocompatibilità. Nella gioielleria, è apprezzato per la sua durevolezza e lucentezza.

Offerta: tra rischi geopolitici e approccio all'approvvigionamento

Dal punto di vista dell'offerta, la maggior parte di questi metalli proviene da regioni geopoliticamente instabili come l'Africa e la Russia. In particolare, Sudafrica e Zimbabwe sono i maggiori produttori globali, fornendo circa l'80% del platino estratto, il 45% del palladio e circa il 90% del rodio. Nel 2020, il Sudafrica ha rappresentato l'81% della produzione globale di iridio e l'87% di quella di rutenio. Questi metalli sono quindi soggetti a elevati rischi geopolitici, considerato che l'80% del supply globale proviene da aree ad alto rischio. La Russia, invece, gioca un ruolo significativo, contribuendo a oltre il 10% dell'offerta globale di rodio e platino, e al 40% di quella di palladio. Tuttavia, a causa del conflitto in Ucraina, molti prodotti russi sono stati soggetti a restrizioni, e i metalli PGM potrebbero essere il prossimo bersaglio nella guerra finanziaria tra Occidente e Russia.

L'Europa si trova in una situazione critica per quanto riguarda le scorte di questi materiali, con livelli particolarmente bassi, tanto da richiedere un intervento degli Stati Uniti per rifornire il continente. Nonostante la persistenza di questa situazione, non si registra alcuna volontà di espandere la produzione. La situazione è preoccupante sia in America che, soprattutto, in Europa, dove le imprese dipendono sempre più dalle importazioni statunitensi per far fronte alla domanda interna.

Domanda: le sfide future

Sul fronte della domanda, il settore automobilistico continua a essere un forte driver, con una previsione di picco per il 2025 per quanto riguarda platino e palladio, con un consumo previsto di 93 tonnellate. Nonostante l'aumento delle vendite di veicoli elettrici, la preferenza dei consumatori per le auto ibride potrebbe sostenere la domanda di questi metalli, necessari nei convertitori catalitici e nei sistemi di scarico. Si prevede che nei prossimi dieci anni verranno vendute più auto con motori a combustione interna nelle economie emergenti rispetto alle auto elettriche nei mercati sviluppati, quindi la domanda di convertitori catalitici rimarrà solida.

Per quanto riguarda il platino, la sua applicazione nella purificazione dell’idrogeno, insieme alla riduzione della disponibilità di platino riciclato e alla crescente domanda industriale, offre un potenziale di apprezzamento notevole. Tuttavia, i deficit nell'offerta creano una necessità di rifornimento che potrebbe influenzare ulteriormente il mercato. Per il 2025, le previsioni indicano una domanda lorda stabile per il platino, leggermente positiva per il rodio e negativa per il palladio. Tutti e tre i metalli mostrano un deficit nel 2024 quando si combinano l'offerta mineraria e quella riciclata, sottraendo la domanda. Anche nel 2023 si è registrato un deficit per tutti e tre i metalli, con il palladio già in deficit dal 2022, nonostante i prezzi storicamente elevati. Solo il 72% della domanda annuale di platino può essere soddisfatto dall'offerta mineraria, mentre per il palladio questa percentuale scende al 65% e per il rodio al 62%. Inoltre, i volumi di riciclo sono diminuiti rapidamente negli ultimi anni, suggerendo che le riserve riciclabili potrebbero essere prossime all'esaurimento.

Alcuni esperti del settore indicano che molti produttori hanno cercato di gestire gli approvvigionamenti di materiale utilizzando solo le scorte in magazzino, per evitare di esporsi al mercato. Tuttavia, questo approccio potrebbe solo posticipare un eventuale picco di prezzo nel caso di un'improvvisa crescita della domanda.

In conclusione, nonostante i deficit attuali non siano ancora riflessi nei prezzi delle commodities, assicurarsi un approvvigionamento stabile di questi materiali è di importanza critica per il futuro della decarbonizzazione e dell'industria globale.

Dal punto di vista dell'offerta, la maggior parte di questi metalli proviene da regioni geopoliticamente instabili come l'Africa e la Russia.

ALESSANDRO BARBIERI

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